Un Piano ideale
Il paesaggio in cui Montalcino è inserita, segnato fortemente dalla presenza dei vigneti; una suggestiva scrittura terrestre il suo tessuto edilizio, attentamente modellato sul suolo con notevoli effetti ambientali; le sue architetture solide e monumentali fanno di questa città uno dei centri toscani più noti. Caratteri ai quali va aggiunta la qualità del suo vino, di notorietà mondiale. Tuttavia una certa conflittualità tra antico e contemporaneo si fa sentire anche in questa zona privilegiata di una delle regioni italiane conosciute e amate nel mondo. Una zona che non possiede quel livello di artificiale finitezzache caratterizza ad esempio i dintorni di Firenze o di Lucca, ma che mantiene un sottofondo di autenticità contadina che non ha consentito finora alla città di darsi quegli ornamenti che fanno passare alcune località toscane -si pensi a Fiesole-da luoghi reali a luoghi rappresentativi. Sorprendente è la sonorità implicita nella sequenza dellequinte urbane, che nel loro sovrapporsi in altezza danno luogo a una composizione sinfonica, così come è notevole il compenetrarsi dei pieni e dei vuoti in una unione alchemica di continuità e discontinuità.
Il lavoro presentato in queste note non è ancora un repertorio di progetti, ma la semplice raccolta di schemi diagrammatici relativi a particolari temi urbani e architettonici. Temi da sottoporre in un processo partecipativo, all’attenzione degli abitanti di Montalcino alla ricerca di contenuti condivisi e di ipotesi di soluzioni urbane e architettoniche, anche queste attentamente concordate. Per questa sua natura tale lavoro si configura come un percorso parziale ed esplorativo sospeso tra scale diverse che si propone di individuare alcune possibili linee di intervento capaci di ricomporre in un insieme coerente elementi oggi immobilizzati in una condizione di attesa. Tutto ciò nell’intenzione di comprendere le ragioni genetiche di una città che ha interpretato il cambiamento delle varie stagioni temporali da essa vissute alla ricerca di una durata superiore a qualsiasi trasformazione. In questo senso gli schemi diagrammatici esposti nei disegni vanno interpretati come sondaggi effettuati nella memoria di Montalcino per ricavare da esse risorse essenziali per il suo futuro. Questo elemento è l’esito di un colloquio architettonico con le proposte di Renato Partenope, che nell’ambito di questo workshop si è occupato delle stazioni di Torrenieri, Monte Amiata, Sant’Angelo. Infine si è formulata un’ipotesi per la sistemazione del parcheggio attorno al Duomo, prevedendo di interrarlo e di realizzare un giardino e un belvedere.
I temi affrontati all’interno di questa istruttoria sperimentale sono stati quelli dello Sperone, una presenza di notevole rilievo ambientale che costituisce un’ideale porta della città. Nell’area dominata dalla massa del castello sono previste alcune strutture che definiscono un nuovo paesaggio artificiale. Esse sono un parcheggio pubblico, la cui copertura verde è una nuova piazza urbana dove organizzare spettacoli, fiere e concerti, una stazione per gli autobus; una piazza e un percorso meccanizzato. Queste funzioni sono riunite in una infrastruttura che definisce un nuovo paesaggio di accoglienzaraccordato all’orografia esistente. Inoltre l’attuale stadio viene spostato e al suo posto si recupera una area verde e un edificio dotato di un vasto portico nel quale ospitare il Museo della Città.
Un altro tema riguarda l’Area Ex-Sils, una zona industriale di cui si pensa di conservare alcuni manufatti mentre negli spazi che saranno resi disponibili saranno realizzati due elementi edilizi lineari suddivisi in case a schiera. Nei capannoni che resteranno potrebbero essere ospitate attività artigianali nell’intenzione di restituire un’attualità culturale ed economica ad attività che hanno contribuito a costruire nel tempo la comunità di Montalcino. Sono anche previsti un centro studi sulla cultura del vino e un centro sociale. Nelle case a schiera troverebbero una sistemazione adeguata anche i nuovi abitanti di Montalcino, ovvero i migranti, che troverebbero così, in questo contesto produttivo, anche nuove occasioni di integrazione sociale.
Una terza proposta riguarda la realizzazione di una cappella nell’area della stazione ferroviaria di Torrenieri. Si tratta di un edificio nel quale coloro che percorrono i binari dismessi della linea Asciano- Monte Antico potranno trovare uno spazio di raccoglimento intenso e raccolto.
Le architetture prefigurate in questi schemi sono chiare e semplici. Esse non intendono essere alternative alla città storica ma complementari ad essa, quasi fossero frutto di una evoluzione naturale. Riprendendo quell’idea di un’unione alchemicaintrodotta all’inizio di queste note i nuovi interventi sono infatti nello stesso tempo continui e discontinui, nel senso che mentre continuano la città nel presente segnano un inevitabile momento di cambiamento, tradotto in una discontinuità transitoria, risolta però nella stessa chiave morfologica che Montalcino suggerisce. In sintesi il lavoro presentato è un Piano ideale per la città, un insieme di previsioni che, una volta discusse con la popolazione, potrebbero trovare una realizzazione che produca un futuro confrontabile con un passato e un presente dalla inconfondibile e irripetibile tonalità.
F. Purini
UNIVERSITA' DI ROMA "SAPIENZA"